mercoledì 18 ottobre 2017

La lavatrice del cuore

Giovedì sera Ale ed io andremo a teatro ad assistere  allo spettacolo "La lavatrice del cuore.Lettere di genitori e figli adottivi".


Riposto la lettera-già postata nel 2013-di Francesca Corti, vincitrice della categoria fuori concorso "Lettera di un'adozione", da cui lo spettacolo, scritto da Edoardo Erba e interpretato da Maria Amelia Monti, prende spunto.


Anna ha sette anni.
È mia figlia da quando aveva 8 mesi.
Chi dice che adottare neonati sia una passeggiata, una cosa facile perché “tanto non capiscono niente i neonati, e crescono con te come se fossero i tuoi figli biologici”, non ha capito nulla.
Anna ha un vuoto dentro, un buco, lei lo chiama “la cosa che ho qui sopra lo stomaco e mi fa male”. Ogni tanto ne parliamo, lei ora comincia a farsi domande, a farmi domande, a rendersi conto che non è normale, e non è bello, che una madre abbandoni il figlio che ha messo al mondo.
Questo è un periodo difficile; forse a scuola hanno parlato di nascite, ci son diversi compagni che hanno fratellini in arrivo, si vedono tante mamme col pancione, all’uscita da scuola.
Forse qualcuno le ha chiesto qualcosa, sul suo essere color cioccolato in una famiglia di smorti.
Forse sta semplicemente prendendo consapevolezza della sua storia di bimba adottata.
Fatto sta che questo non è un periodo semplice.
La sera le capita di essere triste, è molto nervosa, capisco che non è la mia solita Annina spensierata e monella.
Sono due giorni però che è passiva, zitta, silenziosa, non è da lei, di solito bisogna chiederle per favore di smettere di parlare, e se non parla canta, e se non canta balla.
Penso che forse starà covando l’influenza, d’altronde siamo in inverno, niente di più facile, le provo la febbre ma è fresca come una rosa, le chiedo se senta male da qualche parte, se abbia qualche malessere, ma mi risponde di no.
Poi, accade.
Sono in bagno, negli unici 5 minuti tutti per me che ho durante la giornata, ed entra sbattendo la porta, in lacrime.
Le chiedo cos’abbia, “Anna stai male? Cosa c’è?”, lei non risponde, piange, riesce a dirmi solamente che ha una “cosa” dentro la pancia, proprio sopra lo stomaco, che non riesce a spiegarmi cosa sia, ma le fa tanto tanto male.
Allora la faccio sedere sulle mie ginocchia, come quando era piccolina e neanche in bagno da sola mi faceva andare, e le chiedo di parlarmi, di aprirsi, io sono qui per questo, sono la sua mamma, non deve avere paura di parlare con me.
Anna mi guarda, gli occhi enormi lucidi, mi dice “no, non voglio, io soffro e non voglio che tu ti spaventi per me”.
Allora mi viene in mente; non so come, ma mi viene in mente.
Devo ancora capire com’è che quando devo ribattere alla gente maleducata e invadente non trovo mai le parole giuste, mentre quando devo parlare con lei le parole escano da sole, spontaneamente, senza che possa controllarle.
“Anna” le dico “ma tu non lo sai, che quando il Signore ci fa diventare delle Mamme, regala a ognuna di noi donne una lavatrice del cuore?”
Lei mi fissa sbalordita “La lavatrice del cuore? Cos’è??”
“Ma si, Annina! quando noi donne diventiamo mamme, in qualsiasi modo lo diventiamo, riceviamo in dono una lavatrice del cuore, e anche io ho la mia!
Quando tu ti senti triste, quando il peso nella pancia ti sembra insopportabile, tu vieni da me, apri l’oblò che c’è nel mio cuore, ci butti dentro tutte le cose brutte che ti rendono triste e non ti fanno stare bene, io poi le lavo, le centrifugo con tanto amore per te, e vedrai che dopo usciranno solo serenità e tranquillità”
“Davvero??” Le sorrido “Si, Anna, davvero.
Proviamo? Apriamo il mio oblò?”
Lei annuisce, sorride, poi ricomincia a singhiozzare, questa volta forte, fortissimo, dei singhiozzi che lacerano il cuore, e comincia a buttarmi addosso tutte le sue paure: l’abbandono, il terrore che le possa succedere di nuovo di essere abbandonata, il rifiuto della sua mamma biologica di tenerla con sé, la tristezza di non essere nella sua Terra, l’incomprensibile fatto che una mamma possa non volere più il proprio figlio.
Parla, e piange, e parla e piange ancora di più.
Non riesco a sostenere tanto dolore rimanendo impassibile, non riesco più a sorriderle serena, sono singhiozzi ingiusti in una bambina di 7 anni, mia figlia sta soffrendo da matti e devo lasciarla sfogare, ma è doloroso per tutte e due, vorrei solo che non fosse accaduto niente, che fosse nata da me, che non dovesse ogni volta fare i conti con tanta angoscia.
Comincio a piangere anch’io, quanto dolore, quanto sofferenza in un corpicino di 17 chili, non è giusto, per niente.
Lei mi vede piangere, si blocca, mi fissa, si intristisce. “Ecco, vedi.. adesso ho fatto piangere anche te, non volevo, vedi??”
“Ma no, Annina, tranquilla… è solo l’acqua di scarico della lavatrice! Adesso passa tutto e ritorniamo felici!”
Le sorrido, lei mi sorride.
Si alza, tira su col naso, è sollevata, ride, fa un passo di danza, gira su se stessa e se ne va cantando. Io mi accascio, mi sento più vecchia di 10 anni, ho due occhi viola e l’anima svuotata, ma la mia lavatrice, per questa sera, ha fatto un ottimo lavoro.


Ale ha letto la lettera, ne abbiamo parlato un po' e ha deciso di voler assistere allo spettacolo...siamo emozionati...un bel passo per il mio ragazzo...


20/10/2017

Ieri sera siamo stati a teatro....spettacolo ironico e serio al tempo stesso, un approccio delicato e garbato all'argomento adozione ( che non sempre è facile "sintetizzare" in maniera incisiva).
Ale ha riso...(la parte relativa all'iter è stata davvero trattata con un pungente sarcasmo) e, a tratti,  si è fatto serio  (le lettere dei genitori e figli adottivi, la musica....momenti molto emozionanti).
Io ho pianto, quasi sempre.
Bello! Sono felice di aver condiviso questa serata speciale con il mio ragazzo!

mercoledì 11 ottobre 2017

Tanti auguri Yo!!!!





Tanti auguri cucciolo della mamma!
Tanti tanti tanti auguri!!!
...e un grazie a chi con gioia e affetto si è unito ai pre-festeggiamenti ieri!
Sei un ragazzino allegro e sereno, ed è bello vedere come in poco tempo tu sia riuscito a farti tanti nuovi amici!
Sei un dono grande tesoro!
La mamma




Oggi una mini festa con degli amici "speciali"